
Una delle cose che adoravo da bambina, era aspettare le domeniche d’estate e poter saltare sull’altalena del parco e “volare fino al cielo o arrivare con I piedini a toccare la cima più alta dell’albero.” Costringevo mia madre a spingermi a più non posso e non immaginate che gioia quando ho imparato a spingermi da sola, che senso di indipendenza! Facevo quasi a botte con gli altri bambini perché sull’altalena dovevo andarci prima io e per tutto il tempo che volevo. Mi spingevo al massimo anche se ancora oggi ho paura delle altezze, e buttavo la testa indietro perché adoravo guardare il cielo e avvertire quella sensazione di vertigine. Poi sono cresciuta e le domeniche al parco sono diventate domeniche con gli amici e l’altalena piano piano è scomparsa e con lei anche la sensazione di totale abbandono e libertà e la percezione di sentirsi ad un passo dal cielo. Da qualche mese, mi ritrovo tutti i giorni a pranzare in un parco lungo la Martesana e indovinate un po’? Ci sono le altalene!!! Ora parliamone: sono altalene piccoline, ovviamente sono fatte per bambini e diciamo la verità, il mio fondo schiena non è molto piccolo, ma appena le ho viste mi si è illuminato il viso e mi è partito un sorriso a 72 denti. Dopo molta fatica, qualche imprecazione, un’ora a cercare il giusto incastro come in una finale di tetris all’ultimo sangue con tanto di segni delle catene sui fianchi, ci sono riuscita, ho volato di nuovo. Ho pensato immediatamente a quando ero piccola, all’odore del mare che avvertivo quando andavo al parco in quelle famose domeniche e d’istinto mi sono spinta più in alto per cercare di scorgere il mare, ma ovviamente nulla! Allora ho buttato la testa indietro e ho iniziato a dondolarmi senza pensieri con lo sguardo rivolto verso l’alto, verso una distesa celeste che però non era il mare! Per un momento mi sono sentita libera, leggera, con i capelli scompigliati e la gonna svolazzante. Mi sono ritrovata nel mio parchetto vicino al mare e ho avvertito la mano di mamma o papà che mi faceva volare e ho sentito la voce dei bambini che piagnucolavano per salire sulla giostra. Ho volato, sia con il corpo che con il pensiero. Mi sono spinta al massimo e nonostante le catene che facevano male, mi spingevo sempre di più perché non volevo che quella sensazione passasse. Alla fine ho ceduto il posto ad una piccola mammoletta che mi guardava con gli occhi sbarrati, ma la sensazione è rimasta con me e l’ho conservata in un piccolo angoletto al sicuro e ogni volta che posso salgo su quell’altalena.
Pia