CaRpE dIeM!

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Da piccolo passi tutto il tempo a sperare di crescere, uscire come fanno i grandi, andare a lavorare come fanno i grandi, chiacchierare nei bar, avere una casa tutta tua nella quale organizzare feste e invitare amici e mettere i tacchi a spillo o la cravatta elegante. Da grande, invece, passi la maggior parte del tempo a lamentarti e a sperare nell’invenzione della macchina del tempo per ritornare indietro e rivivere quegli anni spensierati nei durante i quali l’unico pensiero era che vestito scegliere per Barbie per la cena con Ken o come ricevere una stellina in più nella gara di grafia a scuola. Ad un certo punto della tua vita, ti ritrovi a voler ancora essere costretto a fare il riposino pomeridiano e aspettare le 16:00 per guardare BimBumBam con la fetta di pane e cioccolato per merenda o scorrazzare in bici con gli amichetti dopo i compiti e guarire da ogni “bua” con il semplice bacio della mamma. E invece no! Nella maggior parte dei casi, sei costretto a passare otto ore della tua giornata in un ufficio che il più delle volte detesti, a sgobbare dalla mattina alla sera, a pensare ad arrivare a fine mese, pagare le bollette, eventuali coniugi o figli a carico e in più non puoi consolarti con il cibo perché altrimenti lieviti come un elefante nell’ultima settimana di gravidanza. Intanto il tempo passa, la vita scorre e tu, ogni giorno ti chiedi se ne vale la pena, se per caso hai fatto delle scelte sbagliate o se è il tuo atteggiamento verso la vita ad essere completamente fuori luogo. Ti poni delle domande a cui non sai dare una risposta e ti senti anche tanto stupido e irriconoscente perché tu, un tetto sopra la testa e qualche soldo per andare avanti ce l’hai, mentre migliaia di persone stanno morendo di fame in qualche angolo non molto remoto della terra. Qualcuno la chiama “crisi dei 25 anni”, altri lo chiamano “periodo di transizione”, io la chiamo semplicemente “vita”. Ma non siamo pessimisti, cerchiamo di vedere anche il lato positivo della nostra vita da adulti: sicuramente hai un po’ di libertà in più, puoi vivere da solo (sempre se hai un lavoro), puoi ubriacarti (mi raccomando con moderazione e solo nei week-end, altrimenti il capo vi licenzia), e piangerti addosso nelle migliori bettole di qualunque città in cui ti trovi al momento (in ogni città ci sono bar poco raccomandabili dove servono il peggior alcool sul mercato e dove ci sono figure di indubbia fedina penale, ma ogni tanto fa bene, una bella botta di vita), puoi spendere più della metà del tuo primo stipendio in borse, vestiti o accessori per la macchina (su questo punto sono alquanto scettica. Credimi, non lo fai ramai perché le bollette, l’affitto o altro ti faranno sentire in colpa, a meno che non sia ricco sfondato o che la tua busta paga sia abbastanza alta).

Come per ogni fase della vita ci sono pro e contro e fa tutto parte del pacchetto, per cui meglio prenderla così come viene, non pensarci troppo e seguir il consiglio del mio amico, poeta latino e compagno di bevute e di notti insonni Orazio: Carpe Diem.

Pia

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