“Uno, nessuno e centomila”

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Tutti abbiamo delle passioni, delle piccole azioni o attività di cui non possiamo fare a meno per continuare a barcamenarci in questa vita già abbastanza  complicata. C’è chi colleziona francobolli o tazze, chi invece va a cavallo o corre ogni mattina. C’è chi gioca a calcio, chi invece sceglie delle attività meno movimentate come la lettura o chi, come me, adora calpestare le tavole di legno di un palcoscenico di teatro, immedesimarsi in un personaggio ogni volta diverso, calarsi in una storia più o meno avvincente e dar avvio alla magia. Insomma, se non lo avete capito, io adoro il teatro ed essere lì, davanti a decine di persone pronta a dar vita al mio  personaggio. Non lo faccio per la fama, per diventare famosa o per soldi (non ho mai guadagnato nulla), ma lo faccio per me, per sentirmi bene ed essere parte di un qualcosa.  Amo l’adrenalina che mi attraversa il corpo per tutta la durata della rappresentazione o il rapporto di intesa e complicità che si instaura tra tutto il cast. Adoro il fuggi-fuggi generale dietro le quinte o nei camerini,  la voce del regista che richiama l’attenzione e il rumore delle sipario che inizia ad aprirsi e sai che di li a poco dovrai trasportare la platea in una nuova dimensione e devi fare del tuo meglio per non sbagliare, perché indietro non si torna. Il momento che preferisco di più è, senza dubbio, quando sono dietro le quinte e sento la battuta che precede il mio ingresso sulla scena. Il cuore è in gola e batte a mille, le orecchie sono in fiamme (meno male che con le luci e il trucco non si vede quanto rossa sono), la gola assolutamente secca e , come prima di un esame, non mi ricordo una battuta. Poi arriva il momento, il MIO momento e so che tutti gli occhi sono puntati su di me, che in quella sala silenziosa tutti pendono dalle mie labbra e dai miei movimenti per capire lo svolgimento della storia e non posso deluderli. Dopo il primo secondo di smarrimento, inizio a parlare, a muovermi tranquilla e sicura sulla scena e vado avanti senza mai fermarmi con gli occhi  che mi luccicano e non vorrei mai più andare via. è tutto un susseguirsi di emozioni, dal momento in cui leggi per la prima volta il copione e cerchi di immedesimarti nel personaggio con gesti e parole fino all’applauso finale. Preparare una commedia è un processo lungo, faticoso ma anche tanto divertente e stimolante. Il cast diventa una grande famiglia o meglio come una macchina  e ogni singolo pezzo è indispensabile all’altro per andare avanti. Ci si aiuta a vicenda, si spalleggia il compagno di battuta e si cerca di sistemare qualche errorino di scena. Dietro un lavoro teatrale ci sono risate, incazzature, urla, mangiate in allegria, ore e ore passate a ripetere la stessa battuta o la stessa scena, nervosismo e tanta ma tanta collaborazione.

Ho iniziato a recitare più o meno quando avevo  11 anni e non ho più smesso fino a quando sono approdata in quel di Milan, ma recitare mi manca ogni giorno. Vorrei sentire ancora il rumore del mio mio tendone rosso e lo scricchiolare delle mie tavole di legno sulle quali riesco veramente ad essere “uno, nessuno e centomila!”

Pia

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