Un quarto di luna, un quarto di vino, un quarto d’ora, per quel quarto che manca a completare un semplice tutto.
Alfcolella, Twitter
Quella sera sono uscita! Avevo indossato il mio amato vestito rosso , zeppe color cuoio come la borsa, rossetto rosso zoccola e sono uscita.
Sfidando il caldo atroce e assicurandomi di avere la solita mascherina, guanti e amuchina, sono uscita.
è stato un giro particolare, una di quelle serate estive in cui la città è praticamente vuota (quest’anno purtroppo anche i turisti scarseggiano), il caldo ti si appiccica addosso e le strade sembrano così silenziose e stanche che quasi fatichi a riconoscere la città e senti l’eco dei tuoi pensieri ad ogni passo.
Per tutto il tempo sono stata impegnata a lamentarmi e a spostare i capelli da una spalla all’altra e farmi aria con il ventaglio e a stento mi sono guardata attorno .
Visto che faccio ancora un po’ fatica a camminare troppo, mi sono fermata a riposare vicino ad una fontana stupenda e per un attimo ho alzato gli occhi al cielo e sono rimasta incantata.
Ho visto la luna che con la sua luce timida, a metà della sua interezza, se ne stava lì nel suo piccolo angolo di cielo quasi avesse paura di sprigionare tutta la sua grandezza.



Pic by Google
Era la notte di San Lorenzo e io invece di guardare le stelle cadenti ed esprimere i miei mille desideri, mi sono concentrata sulla luna, una bellissima mezza luna.
In quel momento ho pensato di essere un po’ simile a quella “luna a metà“, a quella luna non a pieno delle sue capacità , ma che piano piano sta crescendo e punta all’infinito, punta ad essere una luna piena di energia e piena di luce.
Quest’anno è stato abbastanza strano e mi sono sentita un po’ come quella luna che sa di avere del potenziale, sa che prima o poi arriverà alla sua “pienezza” , ma prima deve attraversare tutte le fasi del ciclo lunare.
Io mi sento un po’ così, a metà, mi manca l’altra parte di me per completare il ciclo e brillare. So che in me c’è tanta luce, ma devo scavare a fondo e farla emergere, devo immergermi nelle stanze buie della mia anima e lasciare le porte aperte per far filtrare la luce, tutta la mia luce.
Il lock-down, il ricovero, la primavera inesistente, la mia estate particolare, il non poter pianificare, il futuro incerto mi hanno privato della mia metà. Ora mi sento come la luna che quella sera faceva capolino da uno dei mille palazzi dello skyline di Milano., una luna a metà che aspetta intrepida di completarsi e arrivare al massimo del suo splendore.
Falce di luna: lo si dice della luna nelle prime fasi della sua periodica crescita, quando è troppo luminosa per i ladri e troppo buia per gli amanti.
Ambrose Bierce
Pia