La musica dell’anima!

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La memoria è qualcosa di sorprendentemente forte e affascinante, ma anche irreparabilmente dolorosa.

Basta un odore, un oggetto, un sapore, una canzone e la macchina del tempo si mette in moto catapultandoci in quel particolare istante e come spettatori di un vecchio film, ci scorrono davanti quei piccoli frammenti di vita vissuta che fanno parte di ciò che siamo.

Vi è mai capitato di sorridere senza un motivo solo perché quella cosa ci ha portato alla mente un momento felice?

Vi è mai capitato di diventare tristi perché quell’odore e quel suono vi hanno fatto riaffiorare un momento particolarmente cupo della vostra vita?

È così che funzionano i ricordi basta un piccolo innesco e loro sono capaci di camminare sulla linea del tempo della nostra vita in un continuo viaggio tra presente e passato!

Ultimamente ho sperimentato il potere che la musica può esercitare sulla memoria e come grazie ad una particolare melodia si apra il mio vaso di pandora dei ricordi.

La musica dell’anima!

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Grazie allo smart working, in questi ultimi mesi ho apprezzato molto di più la compagnia della musica che è diventata la mia unica collega di lavoro e che ora dopo ora scandisce le mie giornate. Girovagando tra le varie play list, ne ho trovata una dello zecchino d’oro e per un attimo mi sono ritrovata bambina in macchina con il mio papà e le mie sorelle durante le nostre passeggiate sul Vesuvio a cantare a squarciagola “il pesciolino rosso è caduto giù nel fosso!” Ora sono un po’ troppo grande per quelle cose, ma mi piacerebbe tanto ripetere una di quelle passeggiate.

Poi all’improvviso mi sono ritrovata sulla spiaggia una sera di maggio… “sei un viaggio che non ha né meta né destinazione…. Sei la terra di mezzo dove ho lasciato il mio cuore…” e questa canzone nelle orecchie! Ogni volta che l’ascolto vedo la pellicola di un’amicizia che dura da più di 10 anni.

“… I will try to fix you…” una notte caldissima di metà luglio in quel di Milano. Caldo pazzesco e zanzare dovunque! San Siro colmo di gente e noi fuori ad ascoltare le canzoni e lì ho avuto la mia prima proposta di matrimonio! Ho accettato ovviamente, ma non ci siamo sposate!” la nostra storia” però continua ancora oggi! ( babe, you know what I mean!)

Poi ci sono i 9 minuti e 45 secondi più spettacolari e rilassanti del mondo. Solo pianoforte che ti entra nell’anima cullando ogni cellula del corpo e mi rivedo lì seduta vicino alla scrivania davanti ad una pagina bianca di Word in attesa dell’ispirazione per la mia prima tesi di laurea e anche della seconda. Ore passate a cercare informazioni, scrivere, cancellare, riscrivere e correggere sempre con la magia delle sue dita a temermi compagnia.

“I can’t wait to go home…” con lo zaino in spalla verso l’ufficio durante una calda estate a Milano di 3 (o forse 4) anni fa quando iniziai il mio tirocinio e negli occhi avevo solo il mio mare, ma non potevo tornare a casa e mi facevo rallegrare da un simpatico cantante inglese dai capelli rossi per tutto il tragitto.

“Last Christmas I gave you my heart…” il periodo più magico dell’anno! Luci, colori, addobbi, l’albero, i canti natalizi, l’aria festa e l’odore delle castagne. Tutti insieme davanti all’albero la mattina di Natale per aprire i regali. La famiglia, le cene, i pranzi… In particolare questa canzone mi fa venir in mente una casa condivisa da 4 studenti e il loro primo alberello di Natale lontani da casa, fatto con le lucine attaccate al muro contornati dalla voce soave di Bublé e dalla sua playlist natalizia.

Quando sono nostalgica, mi perdo nelle canzoni che sanno di casa, quelle che esprimono sentimenti veri, quelle che ti fanno sentire avvolta da una coperta calda di ricordi e molto spesso io mi rifugio nella sua voce, nelle sue parole, nella sua Poesia. Mi addormento sulle sue note che cantano di Napoli, che raccontano della mia terra e di noi, gente comune: “Napul’ é Mill culure….Napol è l’addore e mare….”

Ci sono quei momenti in cui vorresti spegnere il cervello, staccare la spina e viaggiare solo con la fantasia allontanandoti dalla vita e dai suoi mille problemi e molto spesso ad accompagnarmi in questo viaggio c’é Sinatra con la sua voce avvolgente d’altri tempi mi prende per mano e mi fa volare in alto: “Heaven, I am in Heaven…”

Purtroppo alla mia playlist della memoria, in questo periodo si stanno aggiungendo quelle canzoni che mi hanno tenuto compagnia in quarantena. Quando le riascolto, mi vedo lì stesa sul divano a guardare la vita fermarsi davanti alla finestra del mio salone e sento la stretta allo stomaco che in quel periodo era la mia compagna fedele. Fortunatamente ci sono anche quelle canzoni che mi hanno accompagnata durante i miei giri in bicicletta post lock down mentre correvo a riabbracciare i miei amici “ma dove vai bellezza in bicicletta…na na na na…”

E poi c’é quella canzone che ogni volta che sono triste devo ascoltare e da masochista la metto in loop perché mi piace e non so il motivo: “Don’t get to close, it’s dark inside. It’s where my demons hide, it’s where my demons hide!”

Buona musica a tutti,

Pia