..ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica meraviglia…
(Pascoli, Il Fancuillino)
La leggenda narra che una piccola fata, con ali incantate e bacchetta magica, corra di casa in casa a recuperare i dentini che i bimbi lasciano sotto al cuscino e lasciare dei doni, di solito qualche monetina.

Come per tutte le leggende, anche questa affonda le radici in tempi antichissimi e ovviamente non ha nulla di vero! Però non pensate che sarebbe bello poter credere ancora alle favole così come fanno i bambini?
Da piccoli si crede a tutto, ai “c’era una volta” e ai “vissero felici e contenti”, ai principi azzurri, biondi con gli occhi chiari che ingroppa al cavallo bianco salvano le povere principesse dai lunghi capelli color del grano. La “bua” guarisce grazie al bacio della mamma e il piumone protegge dai mostri che di notte vanno a rinchiudersi nell’armadio o sotto il letto.
Da bambini pensiamo che le guerre si possano vincere schierando i soldatini custoditi in una scatola di latta, che basta una lucina accesa in camera per scacciare i brutti sogni e che eventuali sorelline o fratellini vengano portati a casa da una cicogna o trovati sotto le grandi foglie di un cavolo nell’orto. Probabilmente, la cosa che mi manca di più dell’essere una bambina è sicuramente credere che un signore con la barba bianca la notte di Natale, faccia il giro del mondo scendendo in ogni camino impolverato per regalare sorrisi ai bimbi buoni. Non sapete quanto ho pianto quando ho scoperto la verità, ma io ogni anno scrivo lo stesso la letterina (shhh non ditelo a nessuno però!)
Vorrei anche solo per un attimo ritornare a guardare il mondo con gli occhi incantati di un bambino , gioire delle piccole cose e stupirmi difronte a qualcosa di nuovo. La vita frenetica di “noi adulti” , il lavoro, le preoccupazioni per il futuro, le bollette, eventuali mariti/mogli/bambini/fidanzati/amanti ci hanno allontanato dalla nostra parte infantile che è rimasta relegata in un angolo del nostro io a molte volte scalcia per poter venir fuori.
Come decantava Pascoli, “in ognuno di noi c’è un fanciullino nel cantuccio dell’anima che rimane piccolo anche nell’età più matura. Siamo occupati a litigare e a perorare la causa della nostra vita e siamo meno disposti a badare a quell’angolino dell’anima”.
Abbiamo perso la meraviglia e la vita ci ha inaspriti facendoci diventare cinici e molto spesso scontenti di tutto quello che abbiamo. Siamo alla continua ricerca di quel qualcosa che possa appagarci senza renderci conto che basterebbe dar ascolto a quella lieve vocina che ogni tanto spunta tra i nostri pensieri e che molto spesso mettiamo prontamente a tacere. Bisognerebbe far emergere il “nostro fanciullino” lasciarci prendere per mano e vedere le cose sotto una luce diversa.
Quanto vorrei ancora lasciare i miei dentini sotto al cuscino (e non nella sala del dentista) o correre a letto perché una “signora sulla scopa e con le scarpe tutte rotte” sta girando di casa in casa per lasciare calze piene di caramelle ai bimbi buoni.
Vorrei che il mio fanciullino si svegliasse e venisse a scuotermi, vorrei vedere il mondo con i suoi occhi che un tempo erano i miei!
Pia