Caro Babbo Natale…

Pic by Teresa Raia. Il nostro alberello di Natale.

Caro Babbo natale,

Come stai? Le renne? I tuoi elfetti? Come va al Polo Nord? Tanta neve come al solito? Immagino che in questo periodo sei sommerso di lavoro, pieno di letterine di bambini da accontentare e milioni di pacchi da incartare.

Non voglio darti troppe noie, ma anche se non sono più una bambina (da un bel po’ oramai), quest’anno ho bisogno di qualcosa a cui aggrapparmi per riuscire a non farmi schiacciare dagli eventi di questo brutto anno, per questo, se chiudo gli occhi, ti vedo lì seduto sulla tua grande poltrona rossa, davanti al camino a leggere la mia letterina.

Sai Babbo natale, il 2020 è stato un anno un po’ difficile per tutti. Abbiamo dovuto fare i conti con una delle nostra paure più grandi, la solitudine che per forza di cose è stata la nostra compagna durante giornate un po’ troppo lunghe e tristi. Abbiamo rinunciato al calore umano, a quegli abbracci rincuoranti e quei baci consolatori perché un brutto virus ha deciso che il contatto umano non va bene per la nostre salute. Abbiamo provato sentimenti contrastanti e pensato ad alcune cose a cui prima non avremo mai dato adito e molti di noi hanno perso qualcuno o qualcosa.

Sai Babbo natale, ho pianto molto quest’anno perché mi mancavano delle cose che prima ho sempre dato per scontato e da un giorno all’altro mi sono state tolte. Ho pianto molto per me, per paura, per i miei amici, per la mia famiglia. Ho pianto perché mi sono sentita impotente, perché intorno a me vedevo solo persone speciali alle quali é stato tolto quel briciolo di vita che piano piano si erano costruite a suon di bastonate.

Bhe tu lo sai, mi conosci oramai, voglio fare la signorina grande e indipendente, ma in questo periodo la mia corazza si è un po’ scalfita e ha iniziato ad avere qualche crepa, anche se di base resto sempre quella ragazzina che manda giù le lacrime e si rimbocca le maniche. Lo sai che a volte vado a letto e penso alla mia mamma che ogni mattina apre tutte le finestre perché “la casa deve prendere aria” e prepara il primo caffè del mattino. Penso al mio papà lontano da casa, su una nave che adesso funge da ospedale. Penso alle mie sorelle che si preparano per andare a lavoro, le mie piccole donne cresciute troppo in fretta e a mio fratello che fa sempre tanto rumore. Durante il primo lockdown, li ho immaginati a litigare per il pranzo o la cena, o per chi dovesse usare la TV più grande e li ho visti riuniti intorno al tavolo per chiacchierare.

La consapevolezza di non poter prendere un treno e andare da loro ogni volta che voglio e soprattutto senza mille pensieri è una cosa che mi logora.

Lo sai, quest’anno il Natale avrà un sapore un po’ diverso per tutti, un gusto un po’ più amaro per chi non potrà festeggiarlo con la famiglia, per chi ha perso qualcuno, per chi ha dovuto rinunciare a qualcosa. Per me sarà il primo Natale senza la mia famoia, senza nipotini dalla Germania, senza la gallina in brodo e la capatina a Salerno per vedere le luci, ma per fortuna non sarò sola.

Pic by Google

Caro Babbo natale, scusami per il pippone enorme e veniamo al dunque. Io non voglio nulla di materiale, ma un po’ di serenità e tranquillità e un po’ di pensieri positivi per tutti. Non ti chiedo nulla, solo ancora un po’ di speranza che qualcosa possa cambiare e che quest’anno sia solo una brutta parentesi e che presto potremmo ritornare ad abbracciarci. È una cosa che mi manca davvero.

Ecco, voglio baci e abbracci senza paura.

Ti prego, anche se so che sei stanco, continua a rallegrare grandi e piccini e pensa anche a noi adulti, quest’anno abbiamo bisogno di credere anche noi in qualcosa di magico.

Senti, facciamo così, io nel dubbio ti lascio una bella focaccia (ho tanto lievito da usare) e un bel bicchiere di vino sul tavolo difronte alla mie lucine. Mi raccomando non mangiare troppo che poi ti incastri nei camini. Copriti bene e non strafare, ci sono bambini e adulti che ti aspettano.

Ps: non dimenticare la mascherina! Io me ne starò con il naso all’insù per cercare di scovare la tua slitta tra le nuvole.

Ci vediamo il 24.

Pia