Mi piacciono quelle persone che ti offrono un abbraccio come se fosse un mezzo di trasporto e al tempo stesso una casa.
(Fabrizio Caramagna)

Si dice che un abbraccio favorisca la produzione di ossitocina, l’ormone della felicità che allontana lo stress e favorisce la memoria.
Purtroppo negli ultimi mesi, causa distanziamento sociale da covid19 e conseguente lock down, c’è stata una carenza di abbracci, proprio nel momento in cui ne avevamo più bisogno.
Chi mi conosce sa bene che non sono una “persona da abbracci”, ma dopo gli eventi di quest’ultimo anno credo che la mia idea a riguardo stia cambiando un po’.
Durante i terribili e assurdi mesi di chiusura e isolamento, ogni notte guardando la parete bianca ( non dormivo molto bene in quel periodo) del mio piccolo bilocale in quel di Milan, ho sognato di abbracciare amici e parenti, la mia mamma, le mie sorelle, i miei migliori amici.
Avrei voluto accoccolarmi tra le loro braccia e piangere senza sosta per allontanare dal mio corpo e dalla mia mente tutti i pensieri negativi che avevo accumulato all’epoca.
Avrei voluto perdermi nell’abbraccio caldo di mia mamma che profuma di rosa e sa di casa. Avrei voluto sprofondare nelle braccia morbide del mio migliore amico che mi avrebbe stritolata così forte da perdere il respiro. Avrei voluto abbracciare la mia amica che mi avrebbe consolata e avrebbe aiutato il caos della mia mente a trovare un ordine. Avrei voluto addormentarmi beata tra le braccia di qualcuno che avrebbe protetto i miei sogni e avrebbe scacciato le bestie cattive e allontanato tutti i miei incubi.
Volevo solo un abbraccio, di quelli veri e pieni di affetto, di quelli che ti lasciano senza fiato, ma che ti riempiono il cuore, di quelli nei quali ti senti a casa e ti senti una principessa nel suo castello inespugnabile e sai che quelle braccia ti proteggeranno da tutto e da tutti.
La cosa che mi è mancata di più in quel periodo e anche durante il ricovero erano gli abbracci! Non lo avrei mai detto, ma devo ammetterlo, è così! Mi mancavano gli abbracci!
…e allor si, abbracciame cchiù forte, pecchè po’ chi se ne fotte, si tutto o’ tiempo ca è passato è tiempo perz…Abbracciame stanotte….
(Abbracciame, Andrea Sannino)
Dopo la riapertura avrei voluto abbracciare tutti, ma la paura ha preso il sopravvento e all’inizio l’unico contatto era un “gomitata”, ma io e i miei amici ci siamo abbracciati con gli occhi fino a che piano piano lo abbiamo fatto per davvero e devo dire che mi piace davvero! è come sentirsi avvolti da una bella sciarpa di lana quando fuori fa freddo o infilarsi sotto il piumone dopo una giornata di lavoro in un giorno qualunque in pieno inverno quando il profumo del tuo corpo si mescola a quello delle lenzuola pulite, il cuore si riempie di tranquillità, lo stress piano piano scivola via lasciando una fantastica sensazione che ti fa venir la pelle d’oca.
Per adesso purtroppo dobbiamo ancora far attenzione al contatto fisico per cui mi raccomando mettiamo un po’ di sale in zucca. Prima o poi ritorneremo ad abbracciarci come prima e vi assicuro che sarà fenomenale.
Parola di una persone che prima era “anti-abbraccio!”
Pia