Vi siete mai interrogati sulla presenza delle oasi nel deserto? Si voglio dire, avete mai pensato a come fanno a starsene lì da sole completamente avvolte dal nulla, interamente circondate dal silenzio e inevitabilmente circondate da sabbia e solitudine?
Bene, in questi ultimi mi sono spesso immaginata come un’oasi nel deserto e penso che molti altri come me abbiano la stessa impressione. Siamo tutti lì, dispersi nel deserto in latitudini diverse, sappiamo dell’esistenza delle altre piccole oasi, ma non possiamo incontrarci, non possiamo toccarci, non possiamo abbracciarci e questo ci rende ancora più soli in un deserto di lacrime.

Abbiamo sopportato dei mesi durissimi e quelli che arriveranno non saranno certo semplici. Abbiamo provato a seguire tutte le regole che ogni settimana ci hanno propinato, per giorni troppo lunghi non abbiamo potuto incontrare amici e parenti, abbiamo chiuso i nostri progetti in un angolo dell’armadio con la speranza di poter riaprire al più presto la scatola, ma ad ogni piccolo spiraglio sembra che il coperchio debba ancora restare chiuso.
Ci siamo trasformati in tante piccole oasi nel deserto, tante piccole isole disseminate in uno spazio immenso, isole che si guardano da lontano ma che non possono avvicinarsi.
Piano piano abbiamo ripreso la vita, siamo usciti con gli sguardi impauriti di chi ha vissuto qualcosa di surreale, abbiamo incontrato persone, pranzato fuori, fatto aperitivi illudendoci che tutto fosse passato, che la situazione fosse sotto controllo, ma le mascherine, i dispenser di gel igienizzante e le file per misurare la temperatura ci ricordano costantemente che qualcosa è cambiato, che qualcosa è realmente accaduto e ne stiamo “pagando” le conseguenze. Ci siamo chiusi nella nostra bolla, pensando che il peggio fosse passato, invece a quanto pare non è così: una nuova serie di restrizioni sta limitando di nuovo la nostra vita e questa volta sarà ancora più complicato.
Uscire con gli amici è diventata un’impresa: bisogna fare la conta, scegliere il bar che garantisca il distanziamento (ovviamente fino alle 18h00 perché poi tutti chiusi), attenzione alla folla e a non scordarti mascherina e gel e ora siamo di nuovo in zona rossa, per cui #stayathomesecondedition. Tutta questa pressione, queste regole mi mettono un’ansia allucinante nei confronti delle altre persone. Ho paura della folla, di farmi avvicinare da chi non conosco. Ho paura a prendere i mezzi e di entrare in un negozio dove c’è qualche persona in più, ma la cosa che mi fa più male è che io ho paura del contatto.
Tutto questo mi ha trasformata in un’oasi nel deserto.
Pia
Le oasi nel deserto sono fonte di gioia e salvezza per chi, dopo giorni e giorni di siccità, riescono a ristorarsi grazie a questo spiraglio d speranza. E tu sì, sei un’oasi nel deserto perché fai bene agli altri. Ricorda di alimentarti sempre
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è una delle cose più belle che abbia mai sentito su di me…grazie. No! non dimenticherò mai di alimentarmi. I promise.
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